Passa ai contenuti principali

Gli effetti dell'abuso di alcol sulle ossa: un problema per le analisi antropologiche forensi

Source: jonbarron.org

In antropologia forense, l'analisi dei resti umani è condizionata dalla comprensione dei processi di rimodellamento osseo, nei quali il tessuto osseo più vecchio viene costantemente sostituito da tessuto osseo più giovane. Il turnover osseo condiziona fortemente l'assegnazione dell'età del decesso e la distinzione tra lesioni ossee ante- e post-mortem. Inoltre, stabilire il momento in cui una determinata lesione ossea ha avuto luogo può essere fondamentale nei casi forensi dove vi è una morte per trauma o una storia cronica di abusi fisici; anche qui una conoscenza approfondita del ritmi di rimodellamento osseo e di eventuali fattori che potrebbero condizionarli è fondamentale.
L'alcolismo è uno di quei fattori che risultano problematici per l'assegnazione dell'età e l'analisi dei traumi, perché gli effetti che esso ha livello osseo sconvolgono il normale ritmo di rimodellamento.

L'abuso di alcool e la dipendenza da esso (alcolismo), che fino a tempi molto recenti venivano considerate malattie distinte ma correlate, vengono ora entrambe denominate come Disturbo da Uso di Alcol (AUD), con manifestazioni lievi, moderate e severe. La diagnosi viene effettuata in relazione a undici criteri/sintomi fisici e mentali universalmente riconosciuti:

  • L'alcol è spesso assunto in maggiori quantità o per un periodo più lungo del previsto
  • Ci sono un desiderio persistente di alcol e/o sforzi senza successo di terminare o controllare l'uso di alcol
  • Una grande quantità di tempo viene impiegata in attività necessarie ad ottenere alcol, o a riprendersi dai suoi effetti
  • Si sente l'urgenza di assumere alcol
  • Un uso ricorrente di alcol risulta nel fallimento nell'adempiere compiti quotidiani a lavoro, nello studio o a casa
  • Vi è un uso continuo di alcol nonostante si abbiano persistenti o ricorrenti problemi sociali o interpersonali causati o esacerbati dagli effetti dell'alcol
  • Importanti attività sociali, occupazionali o ricreative vengono abbandonate o ridotte per via dell'uso di alcol
  • C'è un ricorrente uso di alcol anche in situazioni potenzialmente pericolose
  • L'uso di alcol è continuato nonostante la consapevolezza di avere un ricorrente o persistente problema fisico o fisiologico che probabilmente è stato causato o aumentato dall'alcol
  • Vi è assuefazione, data dal bisogno di quantità maggiori di alcol per raggiungere l'ubriachezza o gli effetti desiderati, o da effetti marcatamente diminuiti con il continuo uso delle medesime quantità di alcol
  • Si soffre di crisi di astinenza, che vengono risolte con l'assunzione di ulteriore alcol o di sostanze simili come le benzodiazepine (psicofarmaci).

Gli individui che presentano due o tre degli undici sintomi vengono diagnosticati con una AUD lieve; coloro che ne presentano quattro o cinque vengono diagnosticati con una AUD moderata, mentre coloro che presentano cinque o più sintomi si considerano affetti dalla forma severa di AUD.
Tutte le malattie relative all'abuso di alcol sono da considerare disturbi bio-sociali, caratterizzati da manifestazioni sia psicosociali che biomediche.
Vi sono molti studi clinici che dimostrano come l'alcolismo abbia conseguenze anche a livello osseo. Nell'ambito forense, il numero di ricerche in tal senso è decisamente inferiore, nonostante sia stato provato che l'abuso di alcol condizioni i processi fisiologici nell'individuo vivente, e che di conseguenza esso può minare l'accuratezza di alcuni metodi antropologici forensi.  

L'abuso di alcol ha effetti deteriorativi sull'osso, il che risulta in una sovrastima dell'età dell'individuo a livello microscopico. In altre parole, le ossa di un individuo alcolizzato giovane al microscopio sembreranno quelle di un individuo molto più vecchio. Le ossa di un individuo affetto da AUD sono osteoporotiche, "leggere", e con l'osso corticale notevolmente assottigliato, per via di una ridotta attività osteoblastica, cioè di ricostruzione ossea. Diversi studi hanno dimostrato che la formazione di osso nuovo è ostacolato da una massiccia e a lungo termine assunzione di alcol, che porta a demineralizzazione scheletrica, rottura della dinamica formazione-riassorbimento osseo, e osteoporosi. L'osteoporosi da alcol si nota soprattutto in uomini relativamente giovani, sotto i 40 anni, che hanno una massa ossea comparabile a quella di una donna in post-menopausa. Inoltre, mentre l'osteoporosi derivata dal normale invecchiamento è in primis causata da un'aumentata attività osteoclastica, l'osteoporosi alcolica è caratterizzata da un decrescere dell'attività osteoblastica, e la dimensione e la durata dell'abuso influenzano la gravità dell'espressione dei processi osteoporotici. Quando l'osso viene riassorbito ad un ritmo normale, ma il nuovo osso non viene rigenerato in quantità necessarie da prevenire la perdita di massa ossea, una diagnosi di osteoporosi alcolica è possibile. Inoltre, mentre l'osteoporosi causata dalla vecchiaia colpisce soprattutto l'osso trabecolare, quella derivante da abuso di alcol tende a colpire sia l'osso trabecolare che quello corticale. 
Un individuo affetto da AUD presenta inoltre un numero maggiore di fratture, causate dalla relativa debolezza dell'osso, che quindi si rompe più facilmente, e dal generale stile di vita dell'individuo (se si è ubriachi si tende a cadere, a sbattere contro le superfici o a farsi involontariamente male); inoltre, la ridotta capacità osteogenica dell'osso, quindi l'incapacità di chiudere e sanare le fratture, le rende evidenti anche dopo anni e difficili da localizzare cronologicamente, perché in questi casi fratture anche lontane nel tempo sembreranno recenti. Questo potrebbe seriamente influenzare un'analisi antropologica forense, soprattutto nei casi in cui la stima dell'età o dei traumi è cruciale per la risoluzione del caso. 

Un recente studio effettuato da Michael e Bengston (2016) ha mostrato un caso in cui la stima dell'età del decesso sia stata probabilmente alterata dagli effetti osteologici dell'abuso cronico di alcol. Il caso è quello di un uomo adulto i cui resti vennero ritrovati in un'area boschiva del Michigan nell'ottobre del 2000. Essendo la zona circostante scarsamente abitata il corpo venne presto identificato come appartenente ad un uomo sparito tempo prima da un villaggio vicino. Amici e parenti riferirono che l'uomo deceduto aveva sofferto di alcolismo per quasi tutta la sua vita. 
Ignorando volontariamente il report della polizia, dove si attestava con certezza l'età dell'uomo, gli autori dello studio hanno prima cercato di stimare l'età del decesso con un'analisi macro e microscopica dei resti ossei. Per l'analisi istologica si è scelta l'area intorno al terzo medio del femore, da cui si sono estratte sei sezioni da 0.8 mm. 
Dalle analisi macroscopiche dello scheletro l'individuo sembrava essere in età avanzata, ovvero maggiore di 60 anni. Tutte le ossa erano estremamente leggere, e presentavano diverse fratture in vari stadi di guarigione. L'esame radiologico ha mostrato anche assottigliamento corticale nelle ossa lunghe. Vi erano anche edentulia (mancanza di denti), ossificazione avanzata della cartilagine dello sterno, e lipping osteofitico estremo nelle vertebre. 

Le foto mostrano i tipici indicatori macroscopici di un'età avanzata: cambiamenti deteriorativi nelle estremità sternali delle costole, morfologia della sinfisi pubica, lipping osteofitico vertebrale, edentulia.
Source: Michael & Bengston, 2016

Dall'analisi istologica invece l'uomo risultava avere 32 anni, quindi essere decisamente più giovane.
In realtà, l'uomo aveva 42 anni. Né l'età data dall'analisi macroscopica né quella data dall'analisi microscopica corrispondevano con l'età cronologica dell'individuo. 
Nell'analisi macroscopica, le ossa presentavano caratteristiche che si ritrovano tipicamente in individui in età avanzata; nell'analisi microscopica invece, l'individuo risultava essere decisamente più giovane perché le sezioni ossee presentavano la densità di osteoni attribuibile ad un individuo di più o meno 30 anni. La "minore quantità" di osteoni è stata probabilmente causata dall'abuso di alcol, che ha rallentato i processi osteoblastici delle ossa, facendole quindi sembrare più giovani.   
Inoltre, l'edentulia e il lipping osteofitico delle vertebre potrebbero essere dovuti a fattori bio-sociali secondari all'alcolismo (inabilità di prendersi cura di sé, accesso ridotto all'assistenza sanitaria, ecc), piuttosto che ad un'età avanzata. 

Una tale discrepanza tra la stima macro e microscopica dell'età può essere un serio problema nelle investigazioni medico-legali, soprattutto in quelle in cui l'identità dell'individuo non è conosciuta. 
In presenza di così marcate differenze di età nelle varie analisi, un antropologo forense potrebbe vederci una potenziale presenza di cause bio-sociali, come l'alcolismo; questo può in parte aiutare l'investigazione, in quanto forte segnale della presenza di fattori che vanno ulteriormente investigati e che possono quindi portare ad una più complessa ma più esatta identificazione dei resti.  

Una grande lacuna nei pochi studi sugli effetti ossei dell'alcolismo è data dal fatto che gran parte di essi si sono concentrati sugli uomini. Uno studio di Laitinen et al. (1993) ha dimostrato che il contenuto minerale e la densità dell'osso non sono condizionati nelle donne giovani e di mezz'età affette da AUD, suggerendo quindi che l'osteoporosi non si presenta nelle donne alcoliste. Questo fa pensare che l'abuso di alcol abbia affetti differenti sul corpo a seconda del sesso, e che si necessiti dunque di ulteriori studi al riguardo.



Fonti:

Chakalakal, D.A., 2005. Alcohol induced bone loss and deficient bone repair. Alcoholism: Clinical and Experimental Research, 29: 2077-2090
- Laitinen, K., Karkkainen, M., Lalla, M., Lamberg-Allardt, C., Tunninen, R., Tahtela, R., 1993. Is alcohol an osteoporosis-inducing agent for young and middle-aged women? Metabolism, 42: 875-881
Michael, A.R., Bengtson, J.D., 2016. Chronic alcoholism and bone remodeling processes: Caveats and considerations for the forensic anthropologist. Journal of Forensic and Legal Medicine, 38: 87-92
- National Institute for Alcohol Abuse and Alcoholism. Alcohol use disorder: a comparison between DSM-IV and DSM-5 (2013) http://pubs.niaaa.nih.gov/publications/dsmfactsheet/dsmfact.pdf
- Sampson, H.W., 1998. Alcohol's harmful effects on bone. Alcohol Health and Research World, 22: 190-194
- Turner, R.T., 2000. Skeletal Response to Alcohol. Alchoholism: Clinical and Experimental Research, 24: 1693-1701



Commenti

Post popolari in questo blog

Un approfondimento sui decessi per impiccagione e strangolamento

Source: Getty Images Il collo umano è molto vulnerabile ed esposto a lesioni potenzialmente mortali, per via del suo diametro relativamente piccolo, della mancanza di una schermatura ossea, e della sua stretta associazione con le vie respiratorie, il midollo spinale, e i principali vasi sanguigni.  Le forme più comuni di decesso legato a lesioni del collo sono l'impiccagione e lo strangolamento. L'impiccagione può essere completa o incompleta: si definisce completa quando tutto il corpo è sollevato dal suolo e l'intero peso della vittima è sopportato dal collo; si definisce incompleta quando una parte del corpo tocca una superficie e il peso della vittima non è totalmente sopportato dal collo. L'impiccagione viene anche classificata a seconda dell'intento: giudiziaria, omicida, suicida, autoerotica, ludica o accidentale.  Nelle impiccagioni di tipo giudiziario, che si rivelano essere spesso quelle più estreme, vi è un'effettiva decapitazione, con una

La figura dell'antropologo forense: ruolo, formazione e problematiche annesse

Source: Boston University School of Medicine Negli ultimi anni, l'antropologia forense è diventata una disciplina sempre più complessa, che richiede competenze specifiche ed esperienza in altre determinate discipline che in passato non erano solitamente correlate all'antropologia forense. Infatti, per diventare un antropologo forense qualificato, oggi bisogna completare lunghi e intensi anni di studi. Il numero degli antropologi qualificati e certificati è in costante aumento. Tuttavia, vi sono ancora idee equivoche sull'antropologia forense, anche nella stessa comunità scientifica, che soprattutto nelle indagini di tipo legale/forense possono costituire un serio problema. Ciò accade perché a volte si sottovaluta la complessità della formazione di un antropologo, e si tende a pensare che alcune figure professionali, come ad esempio i patologi, possano in teoria lavorare sui resti scheletrici, semplicemente frequentando qualche corso integrativo di antropologia. Fonda

"I rischi del mestiere": i potenziali pericoli dell'antropologia forense

Source: University of Huddersfield Gli antropologi forensi operano quotidianamente sui resti umani, scheletrizzati e decomposti, quindi sono esposti ad una serie di potenziali pericoli per la salute. Oltre al fatto stesso di maneggiare resti umani decomposti, altre potenziali fonti di rischio sono il lavoro sul campo e gli attrezzi usati in laboratorio. Ad esempio, ci si può ferire durante l'utilizzo del bisturi, si può contrarre un'infezione, o si può essere esposti a patogeni per via di schizzi di fluidi contagiosi che hanno contatto con le mucose o con eventuali ferite già presenti, per inalazione di particelle infettive, o per diretta inoculazione con oggetti taglienti. Nella ricerca antropologica, è in costante aumento il numero di strutture che studiano la decomposizione dei resti umani, le cosiddette "body farm", dove numerosi corpi donati volontariamente vengono disposti in estesi campi per osservarne da vicino il processo di decomposizione. Le donazion

La determinazione dell'epoca del decesso: metodi e problematiche

Stabilire l'epoca del decesso è fondamentale in ambito forense, perché sapere esattamente quando una persona è deceduta può aiutare anche a capire quale sia la causa del decesso e chi sia coinvolto nella sua morte. Inoltre, nel caso di un corpo in avanzato stato di decomposizione, mummificato o scheletrizzato, stabilire l'epoca del decesso aiuterebbe innanzitutto a stabilire se il corpo ritrovato sia di interesse archeologico o forense.  Capire quale sia il momento esatto in cui una persona ha smesso di vivere non è affatto facile, né tantomeno immediato, come spesso si vede nelle serie tv, dove dopo una sola occhiata il coroner è in grado di dire addirittura l'ora esatta del decesso. Incredibilmente errori grossolani di questo tipo si vedono anche nella vita reale, come nel caso ormai noto in Italia della morte di Dale Pike, il cui referto autoptico stabilisce sia morto tra le 18:00 e le 19:16, cosa del tutto ridicola che ha però contribuito a far finire in carcere negli S

I tumori benigni e maligni dell'osso

I tumori sono il risultato di una proliferazione incontrollata di cellule, che non sono normali sia nella forma che nelle dimensioni, e vengono riconosciute come estranee dal sistema immunitario. La causa di un tumore è solitamente multifattoriale. Tra le moderne cause di tumore vi sono radiazioni, dieta, consumo di tabacco, alcool o droghe, occupazione, infezioni, e predisposizione genetica. Quest'ultima sembra avere un ruolo importante nei tumori al seno e alle ovaie, nel retinoblastoma, nella neurofibromatosi, nei melanomi e nel tumore di Wilms, che colpisce i reni. Ad oggi si contano più di cento tipi diversi di tumore, sia benigni che maligni (e tumori benigni che si trasformano in maligni). Tra questi, oltre 40 colpiscono le ossa, inclusi cartilagine, tessuto connettivo fibroso e vasi sanguigni vicini. Gran parte dell'evidenza archeologica di tumori è rappresentata da lesioni scheletriche, ma è importante chiedersi quanto siano precise le diagnosi di tumore fatte solo o

Le fratture ossee derivanti dai diversi tipi di caduta fatale

Punto d'impatto di una caduta da altezza che ha causato la morte di un lavavetri a Tacoma (WA), negli Stati Uniti. Source: thenewstribune,com Le cadute sono tra le principali cause di morte o di lesioni fisiche non intenzionali. Vi sono moltissimi tipi di caduta, ed ognuno di essi costituisce un evento complesso e unico che produce forme uniche di trauma osseo. L'unicità e la complessità di ogni singola caduta sono da attribuire alla molteplicità di eventi che possono intrecciarsi tra loro; le forze generate durante la caduta sono diverse, così come le conseguenze che queste hanno sulle differenti aree dello scheletro. Per un antropologo forense sarebbe di particolare interesse riconoscere le morfologie dei vari traumi ossei e la loro distribuzione per ogni tipo di caduta, per poter ricostruire le circostanze dell'evento traumatico. Studi clinici e forensi incentrati sui trami ossei risultanti dalle cadute vengono condotti sin dagli inizi del 1900. Uno dei primi cas

Cenni su balistica e ferite da arma da fuoco

Una fetta importante delle lesioni riscontrate nei casi forensi è costituita dalle ferite da arma da fuoco. Se si escludono i contesti militari e/o di guerra, nei casi che coinvolgono civili la gran parte delle ferite da arma da fuoco deriva da pistole, carabine e fucili da caccia.  Per individuare correttamente una ferita da arma da fuoco sui resti umani, ossei e non, bisognerebbe avere una conoscenza basilare della struttura e del funzionamento delle armi da fuoco più comuni, dei proiettili e della loro interazione con i tessuti molli e ossei. Una cartuccia comprende una base o fondello (4), un bossolo (2), della polvere da sparo (3), e un proiettile (1): Source: Wikipedia Dalla base viene innescata (5) la polvere da sparo, la cui combustione produce un gas che spinge il proiettile, poi rilasciato dalla cartuccia al momento dello sparo. Il calibro è il diametro del proiettile ed è indipendente da massa, velocità e struttura dello stesso. Generalmente i proiettili sono

Le principali differenze tra ossa umane ed animali - Parte I

Scheletro umano, scheletro di cervo reale, e scheletro aviario (non in scala). Source: psychic-vr-lab.com; Lydekker & Sclater, 2011;bafari.org Resti scheletrici sia umani che non umani, interi o frammentati, possono essere ritrovati in contesti sia archeologici che forensi, come scene del crimine, fosse comuni o disastri di massa, o anche semplicemente in bagagli dal contenuto sospetto. Individuare la natura umana o animale delle ossa è importante, perché nella gran parte delle investigazioni di tipo forense la procedura verrebbe interrotta se i resti ritrovati si rivelassero essere animali, e si risparmierebbero tempo e denaro. A meno che non si tratti di un'investigazione incentrata sul traffico di specie animali protette o per la quale i resti di un animale possano dare indizi significativi, i resti scheletrici non umani non sono vitali nei casi forensi. Anche nei contesti archeologici, il ritrovamento di resti umani ha certamente un valore diverso rispetto a quello

L'efferatezza degli omicidi di stampo mafioso mostrata attraverso l'antropologia forense

Source: lagazzettadelmezzogiorno.it In un mio recente post ho parlato della terribile pratica della "morte nel forno a microonde", modalità di esecuzione che si sta diffondendo tra i trafficanti di droga di Rio de Janeiro. In questo post riporto uno studio molto interessante condotto da medici legali e ricercatori italiani dell'Università di Foggia e di Malta, che mostra attraverso l'analisi forense l'efferatezza delle esecuzioni messe in atto dalla mafia italiana.  L'organizzazione criminale in questione è quella della "Mafia del Gargano", uno dei gruppi mafiosi indipendenti presenti in Puglia, poco conosciuto, ma riconosciuto dalla Corte suprema di cassazione come il più pericoloso in Puglia e tra i più efferati in Italia. La mafia del Gargano è stata infatti riconosciuta dalla Cassazione come organizzazione criminale solo nel 2009, nonostante le sue attività criminali siano iniziate all'inizio degli anni 90'. I componenti della f